giovedì 1 gennaio 2015

E' mai esistito il neorealismo?


Partiamo subito con altre domande: “quanta realtà ci deve essere secondo voi all’interno di un film?” .
Quante volte siete andati al cinema e vi siete immedesimati in un personaggio solo perché sembrava la messa in scena sembrava essere un pezzo di vita reale e quante volte invece vi siete emozionati ed avete sognato di vivere la strana realtà di quel film?


È molto difficile poter etichettare un film come “totalmente realistico”: potremmo parlare dei film storici … no! Tutto finto, i film ispirati alle storie vere … finti anche quelli!, allora i documentari … spesso persino questi sono riprodotti in studio. Ogni cosa che viene proiettata al cinema ha bisogno di un riadattamento cinematografico a livello di scrittura della sceneggiatura e di immagini. 
Forse, l’unico modo per poter affermare una cosa del genere è tornare ai tempi del Neorelaismo dove, per la prima volta, il cinema scendeva per le strade e per le strade trovavano gli attori dei film di Rossellini o Pasolini (quest’ultimo, però, aveva un concetto di attori non professionisti mirato solo alla realizzazione di un cinema  più autoriale).
Pensandoci, potremmo descrive questo come  cinema realista che tendeva a mostrare la vita di tutti i giorni, ma questa vita di tutti i giorni non era un Grande Fratello che riprendeva i nostri protagonisti 24 ore su 24. Allora c’era della falsità anche nel Neorealismo? 
In un certo qual senso sì. Il cinema non è altro che una rappresentazione della realtà, quindi la domanda giusta da porre è: preferite andare al cinema per emozionarvi e sognare all’interno di mondi nuovi (e per mondi nuovi non intendo solo quelli fantastici di “Avatar” o “Il signore degli anelli”, ma intendo anche un cinema che metta in scena situazioni che comunemente non vivreste, pensate per esempio a: “Il grande Gatsby”) oppure per guardare una rappresentazione di una realtà che potreste vivere anche domani?
A ognuno la sua. Io personalmente quando decisi di intraprendere la carriera cinematografica – teatrale  come sceneggiatore/regista fui spinto dalla voglia di creare mondi nuovi dove far vivere personaggi mai visti, ma con questo non oso mettere bocca su un capolavoro come “Roma città aperta” o “Paisà” (ne sapessero fare film del genere oggi giorno).
In entrambi i casi, comunque, il cinema è nato per far sognare la gente e per farla emozionare, c’è chi sogna volando tra i draghi di “Dragonheart” o ballando con la protagonista di “Chicago” e chi invece si emoziona rivivendo la realtà di “Marie Antoinette” o di “Puccini”. 
Che si decida di inseguire la realtà o la fantasia, il cinema non può sfuggire alle emozioni e ai sogni che i film riescono a donare allo spettatore. 
Alla fine dei conti chi guarda si troverà, in ogni caso, catapultato in un’altra dimensione, avendo  come unico legame con la realtà quella vecchia poltrona su cui è comodamente seduto. Pensate a quanta meravigliosa magia, poeticità e allo stesso tempo realtà c’è in un film storico come 
“La vita è bella”.



Translate